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Sergio Bisiani
Spazio per creatività e talento non mancheranno
Sergio Bisiani
Sergio Bisiani, direttore operativo di DITENAVE, da una visione a 360 gradi dell'economia del Mare.
Quali sono le opportunità fornite da
Ditenave?
Tutte le opportunità che creano competitività. La
competitività consente di conquistare i mercati, di crescere
e di superare anche i momenti di crisi e non c'è competitività
senza innovazione, ma l'innovazione nasce dalla ricerca e assieme,
la ricerca e l' innovazione, sviluppano la richiesta di nuove
professionalità e l'aggiornamento di quelle esistenti. Siamo nella
logica del "triangolo della conoscenza" e in questi primi mesi di
vita il Distretto ha già dimostrato di avere la capacità di mettere
in comunicazione i diversi settori della filiera navale e nautica,
il mondo della ricerca e quello della formazione e di saper far
interagire questi soggetti all'interno di proposte progettuali di
rilevante spessore e finalizzati alla crescita della produttività
dei due comparti.
L'economia del mare è un microcosmo molto attivo e
"fertile": quali sono, o quali saranno, le attività rivolte al
tessuto imprenditoriale della regione?
La Regione ha individuato come "strategico" il comparto navale e
nautico del Friuli Venezia Giulia e si è impegnata a sostenerlo
anche finanziariamente e non solo con risorse economiche dei Fondi
FESR e FAS. La tradizionale attitudine del territorio a fare
impresa unitamente alla presenza di una realtà di dimensione
mondiale come Fincantieri da un lato e le numerose consolidate
eccellenze individuabili nella nautica rendono possibile la
presenza di una filiera che si estende ben oltre le aree
storicamente legate alla marineria, una priorità del Distretto è
individuarle e agevolarle nell' attivare forme di sinergia anche
con ambiti produttivi altrimenti distanti e a volte impermeabili.
Ditenave, nella sua funzione di facilitatore, deve stimolare anche
quel microcosmo a fare sistema nel segno dell' innovazione e sia la
navalmeccanica che la nautica sono in questo momento pronte a
ricevere e adottare nuove tecnologie di prodotto e di processo e in
particolare quelle che permettono di porre obiettivi certi in
termini di minor impatto ambientale, sostenibilità riduzione delle
emissioni, riduzione dei consumi energetici e in generale di
ricorso a fonti energetiche rinnovabili o alternative.
Soprattutto le piccole e piccolissime imprese del territorio
saranno supportate dal Distretto nel superare una diffusa
diffidenza e avviare utili forme di collaborazioni con le
Università e con gli Enti di ricerca in una reciprocità di
interessi e vantaggi che e' alla base di qualsiasi ipotesi di
crescita economica, sociale e culturale.
A fianco alle attività che definirei "istituzionali" il
Distretto intende promuovere anche manifestazioni e
iniziative che siano occasione di scambio culturale e scientifico
e di diffusione della conoscenza. In questo campo sarà ancora
una volta indispensabile, all'interno delle attività del Polo
Formativo dell' Economia del Mare e di progettoMare, la
stretta collaborazione tra DITENAVE, Area Science Park, la SISSA e
le Università.
Ditenave vuole favorire l'attrazione di nuovi
talenti: a suo avviso quali sono i "nuovi talenti" e quali i
settori dove essi possono mettersi maggiormente in
luce?
I nuovi talenti in due comparti così articolati come la
cantieristica navale e la nautica da diporto non sono individuabili
a priori. Potranno essere anche loro una derivata della ricerca
industriale così come della partecipazione dei Dipartimenti delle
Università regionali ai progetti di innovazione tecnologica.
Credo comunque che spaziando dall' architettura alla
meccanica, dall' elettronica all' informatica, dalle
nanotecnologie alle energie rinnovabili, dall' infusione dei
compositi ai maestri d'ascia: spazio per la creatività e per il
talento non mancheranno di certo.
Personalmente mi auguro che possano mettersi in luce anche veri
talenti in quelle nicchie di mestieri in via d'estinzione che
spesso, nella nautica in particolare, assumono nei risultati
la valenza dell' opera d'arte
Ma ciò non vuol dire che non ci sarà attenzione per l'
evoluzione delle tecnologie più avveniristiche. La recente edizione
della Coppa America ci ha fatto assistere all' entrata sul campo di
regata di qualcosa che va oltre il concetto di barca a vela. Potrà
non piacere, ma nemmeno le prime imbarcazioni a vapore ebbero il
gradimento della tradizionale marineria a vela e tra l'elegante
linea del Rex e l'ultima cruiser entrata in servizio ci sono
estremi per definire il risultato una autentica mutazione genetica
perché anche nel design delle grandi navi da crociera c'è stata c'è
e ci sarà una continua evoluzione tecnica, qualitativa ed
estetica. Lasciamo alla fantasia, all'inventiva e, appunto,
al talento delle nuove leve la massima libertà di espressione. A
volte la cantieristica tende a dimostrare un conservatorismo di
comodo a volte invece produce brusche spinte in avanti. Qualche
volta l'andare avanti - nel navale - si dimostra un ritorno al
futuro, penso che anche questo sia frutto del talento!
Focalizzandoci sui punti forti del settore: quali sono i
casi di successo della nostra Regione?
Primo: la conquista di una posizione leader nel mercato mondiale
delle navi da crociera, merito di Fincantieri. è una posizione da
difendere, ma i presupposti per farlo ci sono, sempre nella logica
della competitività, della qualità e del miglioramento continuo del
prodotto, quindi della ricerca e dell' innovazione.
Secondo: una tradizionale presenza di cantieri che nella
nautica rappresentano il meglio non solo a livello nazionale.
Cantieri capaci di soddisfare il più sofisticato e difficile degli
armatori, soprattutto nel settore della vela che sembra essere
predominate nell'Alto Adriatico.
Terzo: alcuni recenti incoraggianti segnali di attenzione per
questo territorio da parte di investitori del settore che dall'
estero sono venuti a produrre le loro barche da sogno a Monfalcone.
Sintomo di una riacquistata centralità geografica di quest'area e
di questo sbocco sul Mediterraneo per l'Europa Centrale ed
Orientale che - assieme alla breve distanza che si deve percorrere,
lungo le rotte della Serenissima, per raggiungere il paradiso di
mare e di vento della Dalmazia, tra quelle "isole di sasso che
l'ulivo fa d'argento" - sono sicuramente incoraggianti perché
legate anche alla consapevolezza di questi lungimiranti
imprenditori che quassù la tradizionale qualificazione
professionale facilita la realizzazione dei loro progetti
Cito ancora un quarto punto di forza del comparto nautico
individuandolo in una passione per il mare che e' anche passione
per l' antico e per la tradizione della lavorazione del legno che
spinge gli armatori di barche d'epoca a rivolgersi alle maestranze
dei nostri più blasonati cantieri di restauro. Barche a volte
ultracentenarie, e qui non posso non pensare che questa sia anche
una preziosa eredità culturale e tecnica di Carlo Sciarelli. Ma non
dimentichiamoci che Joseph Ressel, prima di inventare l' elica,
promosse il rimboschimento del Carso per rifornire i cantieri di
Muggia e di Trieste.
La nautica oltre la crisi: tralasciando per adesso gli
aspetti e le ripercussioni economiche, questa situazione può esser
vista come un'opportunità di innovazione e sviluppo. Sotto questa
lente, quali sono le proposte da Ditenave?
Dicono gli esperti di economia che è la prima volta che la
nautica deve ricorrere alla Cassa integrazione: non è così invece
per la cantieristica, che di crisi ne ha già passate altre.
La nautica dopo anni di crescita dei fatturati che erano
superiori al 10 - 15% si è fermata nel 2009 e l' impatto perciò è
stato ancora più duro. Sicuramente questa crisi, di cui ci
auguriamo tutti di essere alla fine, si potrà trasformare in
opportunità di crescita solo per chi sarà riuscito a tener duro
puntando sulla qualità e sulla innovazione per far crescere
comunque la sua produttività o almeno non farla scendere.
Altri stanno peggio di noi, questo non consola, ma sicuramente
sarebbe utile un approccio diverso da parte della politica al
settore della nautica che spesso, troppo spesso, continua ad essere
penalizzato perché - e ripeto le parole del presidente di UCINA -
"viene visto come il paese dei balocchi".
Ci sono sicuramente quelli che si permettono giga-yacht da 70
metri e oltre, ma ci sono anche i tanti che vanno alle Incoronate
con una passera lussiniana di meno di sette metri. Gli
uni e gli altri contribuiscono a tenere in vita questo comparto
economicamente strategico con le sue decine di migliaia di addetti
e incontestabile punto di prestigio del Made in Italy!
Anche in ambito locale rivolgo un invito alle istituzioni perché
è necessario che le risposte non si perdano nei meandri della
burocrazia. Le imprese hanno bisogno di decisioni rapide. Loro
mettono l'idea e si assumono i rischi, ma per far si che l' idea
possa diventare azione spesso serve che il Palazzo risponda presto!
Questo, nel piccolo mondo di DITENAVE, vale per i progetti di
ricerca industriale, per quelli dell' innovazione tecnologica
e per quelli della formazione professionale.
Ora, guardando oltre la crisi, le imprese sane che sono con il
motore già acceso, magari al minimo, quelle che hanno saputo
innovare processi e prodotti , sicuramente saranno in condizioni di
vantaggio e pronte a ripartire e a competere. Purtroppo altre
resteranno definitivamente all' ormeggio o sarano già colate a
picco. Forse era un salasso necessario: "merses profundo, pulchrior
evenit" cantava Orazio.
Ma preferisco chiudere con una immagine diversa: quando il vento
rinforza, il mare ingrossa e diventa impossibile proseguire, la
crisi appunto, non ci si fa prendere dalla disperazione, ma ci si
mette alla cappa: un fazzoletto di vela a prua e il timone
scontrato attendendo che le condizioni meteorologiche migliorino
per rimettere a riva tutta la vela e riprendere a navigare
"faventibus ventis", ancora una citazione latina ed è l'augurio che
dal Distretto rivolgerei a quello che oramai tutti chiamiamo "il
territorio" inteso come l'insieme delle nostre grandi, medie e
piccole imprese della cantieristica e della nautica del Friuli e
della Venezia Giulia.
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